La vita cinematografica di Alessandro Bianco ha inizio a Bologna, dove studia Scienze della Comunicazione e contemporaneamente inizia a lavorare nell'audiovisivo.
Dal 2001 si specializza nel montaggio ricoprendo il ruolo di responsabile video al DSC MediaLab e tenendo lezioni di montaggio presso l'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna.
Parallelamente agli studi segue i corsi della Scuola di Cinema di Michele Fasano con il quale realizza un cortometraggio (CHAW) ed un mediometraggio (ILIR).
Nel 2003 segue il corso di Fotografia del Video Digitale di Gigi Martinucci presso DigitalDesk a Roma e nello stesso anno realizza il suo primo videoclip musicale per il brano “Sugnaria” di Andrea Piermattei (in concorso al Meeting delle Etichette Indipendenti di Faenza).
Dall’inizio del 2004 gira video documentari per il centro Interculturale Massimo Zonarelli di Bologna e poi realizza come regista il videoclip del brano “Qual era” di Andrea Piermattei, finalista al concorso "Videoclipped the Radio Stars", organizzato da Fandango e Musica di Repubblica.
Tra il 2004 ed il 2006 lavora come direttore della fotografia nei cortometraggi “Lola”, “La paura del portiere al calcio di Rigore” (vincitore del festival di Genova e in concorso al London Film Festival), "Bella Bologna" e nel documentario “La morte di Girasole” (miglior documentario al Genova Film Festival 2007).
Nel 2005 la sceneggiatura di Silenzio Assenso, scritta insieme a Donatello Bianco, vince la selezione italiana del festival europeo Nisi Masa e viene premiata al FIST festival di Berlino con un Workshop tenuto all’interno del festival di Angers.
Nel 2006 dirige Silenzio Assenso, il suo primo cortometraggio, che partecipa a festival in Europa e negli Stati Uniti e vince il Cecina Film Festival.
Nel 2008 realizza, insieme al giornalista Stefano Campetta, "Prenderla sportivamente", mediometraggio documentario sulla vita degli atleti palestinesi a Ramallah, realizzato col sostegno della CGIL e del Comune di Pescara.
Nel 2009 fonda la società di produzione Aria in Testa.
Nel 2010 produce e dirige il documentario "Il Brasile di Enrico", finanziato da CISL Emilia-Romagna e Iscos Emilia-Romagna.